L’Africa, in particolare la regione sub-sahariana, è tra le aree del mondo più bisognose di aiuti medici nel campo della prevenzione e cura delle patologie oculari. Si stima che circa il 17% della popolazione africana presenta danni alla vista: quasi 50 milioni di persone sono ipovedenti e 7 milioni colpite da cecità (Dati OMS, 2004). La cecità in Africa è molto peggio che una malattia, è una maledizione. In Paesi poveri, dove la gente è impegnata a sopravvivere, l’handicappato rappresenta per la famiglia e il villaggio un fardello supplementare, difficile da sopportare. Secondo le superstizioni locali, queste persone sono vittime della cattiva sorte e per questo sono allontanate dalla famiglia e dalla comunità. Si tratta di credenze popolari profondamente radicate, che condannano i ciechi a vivere una vita di emarginazione, sofferenze e solitudine.
L’Etiopia è tra i paesi al mondo con la più alta incidenza di malattie dell’apparato visivo: quasi un milione di etiopi è affetto da cecità (di cui 300 mila bambini) e 4 milioni sono ipovedenti ( su una popolazione di 75 milioni di persone) a causa di malattie che potrebbero essere curate facilmente (dati “Orbis International”, 2006). Le principali malattie di cui soffrono gli etiopi, che poi degenerano in cecità, sono il tracoma (42%), il glaucoma (12.6%), cataratta (3.6%), oltre a una serie di altre patologie legate alla cornea (Dati OMS, 2004).
In questo paese, purtroppo i bisogni della popolazione in ambito medico sanitario, scolastico e riabilitativo sono quindi moltissimi.
L’impossibilità di curare infezioni, la carenza di vitamina A e le cattive condizioni igienico-sanitarie sono le principali responsabili delle centinaia di migliaia di persone che ogni anno si ammalano di malattie oftalmologiche; spesso i nuovi malati vivono nelle zone rurali e più periferiche dell’Etiopia e, oltre a non avere facilmente a disposizione un medico, sono anche privi della necessaria educazione sanitaria di base, infatti, la perdita della vista potrebbe essere evitata con poche azioni molto semplici come il miglioramento delle condizioni igieniche sanitarie, ad esempio attraverso la fornitura di acqua potabile e lavarsi accuratamente le mani ed il viso tutti i giorni, almeno due volte al giorno per evitare il diffondersi di queste malattie.
Il progetto che l’associazione intende sviluppare si basa sulla richiesta di aiuto e di sostegno, effettuata dal Vicariato di Soddo, con il quale l’associazione collabora da tempo, per cercare di rimettere in funzione il locale centro per bambini non vedenti. Questo centro era stato costruito dal governo etiope negli anni ‘90, successivamente abbandonato per mancanza di fondi, di manutenzione e di una gestione responsabile.
Oggi, il centro riversa in uno stato fatiscente e i pochi ospiti rimasti vivono in condizioni al limite della dignità. Il Vicariato di Soddo intende ripristinare la funzionalità del centro, provvedendo alla realizzazione di una nuova struttura, dotata di un ambulatorio medico, che usufruirà della preziosa collaborazione di un gruppo di oculisti italiani: si occuperanno di eseguire visite ed esami per questi bambini e garantiranno un controllo medico adeguato.
Verrà, inoltre, realizzato un centro di accoglienza con dormitorio, gestito da personale religioso e laico del vicariato, per accogliere i numerosi bambini bisognosi provenienti da varie regioni dell’Etiopia.
All’associazione è stato chiesto di completare questa iniziativa di accoglienza e prevenzione dei danni alla vista, attraverso la realizzazione di una struttura adiacente il nuovo centro di accoglienza, da adibire ad aula scolastica per ragazzi non vedenti, in cui poter accogliere e insegnare l’alfabeto braille e aiutare i bambini a conseguire le conoscenze necessarie per essere ammessi successivamente al sistema scolastico. Questa scuola “speciale” sarà quindi la porta di ingresso al mondo dell’istruzione per tanti bambini che in questo momento sono emarginati ed abbandonati al proprio destino. Infatti, il dato di riferimento è allarmante, in Etiopia tra le persone con disabilità, secondo il Ministero dell’Educazione, appena il 2,1% ha accesso ai servizi educativi.
La costruzione di questo blocco scolastico permetterà di accogliere circa 120 bambini, a cui sarà assicurata un’adeguata istruzione sia scolastica che sanitaria, perché è importante sensibilizzare e divulgare le corrette procedure per prevenire l’insorgenza di patologie visive. All’interno di questa scuola i bambini e i ragazzi impareranno anche a realizzare anche alcuni manufatti artigianali che verranno poi utilizzati e venduti dai referenti del Vicariato,, al mercato locale o ai turisti di passaggio, per sostenere le attività educative della scuola e proseguire nell’attività di formazione e contribuire al costo per il sostentamento.
Le immagini di progetto e la descrizione analitica dei costi riferiti a questa iniziativa vengono allegati come immagini al progetto. Per la corretta conversione del costo indicato in tabella pari a 278,080 birr etiopico una volta convertito in euro è pari a circa 11.000 euro a cui aggiungere acquisto di materiali ed ausili scolastici per altri 1.000 euro diventa un costo complessivo di progetto pari a 12.000 euro.
Avvio di attività ludico-educative e servizi di supporto a bambini e famiglie, in collaborazione con il territorio.
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