Tra i fenomeni “nascosti” che riguardano l’infanzia in un paese come l’Italia dove non ci si aspetta che i più deboli vengano maltratti, c’è quello delle madri carcerate. Non sono tante, sono 51 ma altre 23 aspettano di partorire. Il dato si completa considerando che con quelle 51 donne ci sono 52 bambini.
Esiste una legislazione molto specifica in materia: ovviamente, per i primi tre anni il bambino rimane con la madre naturale, in carcere. Gli istituti detentivi non sono certamente dei luoghi adatti alla crescita sana di un bambino e, oltretutto, gli istituti italiani soffrono di carenze talmente gravi da essere oggetto di cronaca (sovraffollamento, alienazione, episodi di violenza …). Per questo, il legislatore ha deciso di includere nella normativa gli strumenti della detenzione domiciliare, dei permessi premio e della sospensione della pena. Ma in molte situazioni queste possibilità sono precluse al magistrato, perché manca un referente di fiducia stabile e sempre presente durante l’iter della pena.
Il progetto “Mamma, Sempre e Ovunque” intende offrire condizioni nelle quali il bambino possa vivere in un ambiente, fisico e psichico, adeguato alla sua crescita e ai suoi legami affettivi, e una madre detenuta possa coltivare la propria maternità e acquisire la capacità di gestire una relazione equilibrata con il figlio, resa delicata dalla situazione di detenzione che vive. Si vuole, cioè, offrire uno spazio “altro” che favorisca un clima di accoglienza, serenità e tutela del loro rapporto.
Nel pratico, vuol dire fornire una casa di accoglienza a queste madri e ai loro figli, in occasione di permessi premio. Vuol dire un continuo e costante sostegno psicologico durante tutto l’arco della pena. Vuol dire fornire ogni tipo di bene materiale (cibo, sapone, vestiti…) di cui queste famiglie hanno bisogno. L’associazione C.I.A.O ha già a sua disposizione tre appartamenti, e sta già aiutando 20 donne e 31 bambini a vivere e a crescere nel modo migliore.
Fondazione Mediolanum Onlus ha la missione di aiutare i bambini in difficoltà, per aiutarli a crescere liberi e non in carcere. Con la loro mamma e non da soli. La Fondazione ha sostenuto questa iniziativa nel 2012, con un contributo di 30.000 euro e nuovamente nel 2013, erogando altri 20.000 euro.
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