CONTESTO
La presenza degli Zingari in Italia è esigua e diversificata, tra i 120.000 e i 140.000 presenti, l’equivalente dello 0,23% della popolazione. Le provenienze sono le diverse Repubbliche dell’ex Jugoslavia, la Romania e i Paesi oltre i Balcani. A differenza di ciò che comunemente si pensa e che i mass media hanno contribuito a trasmettere, gli Zingari in Italia sono ormai un popolo quasi totalmente sedentarizzato. Sono una popolazione molto giovane (circa il 55% ha meno di 18 anni). Uno dei problemi più gravi è l’abbandono scolastico: del gran numero di bambini Rom iscritti alle scuole primarie (17.500 in tutta Italia), solo una esigua minoranza (219) raggiunge il grado secondario. Le condizioni igienico-sanitarie in cui si trovano a vivere sono problematiche e comunque le comunità tendono a stabilirsi nella zona della periferia urbana, spesso con gravi problemi di ordine pubblico e di sicurezza dei cittadini. La condizione dei rom è aggravata da un forte pregiudizio e da un atteggiamento razzista: un Rapporto del 2011 ha svelato che il 92% degli italiani ritiene che queste persone vivano di espedienti e furtarelli e sfruttino i minori.
IL PROGETTO
Il progetto è nato con l’obiettivo di creare le condizioni per un reale inserimento dei bambini rom nella società, in particolare attraverso la scuola. Per questo motivo, sono state erogate 52 borse di studio a sostegno delle famiglie che si impegnano a mantenere un’istruzione continuativa per i loro figli.
Nelle scuole elementari interessate dal progetto sono stati attivati i seguenti laboratori: teatro, arte, sport (pallavolo), interdisciplinare. I laboratori sono stati frequentati regolarmente da 120 bambini italiani e rom. Inoltre il progetto si avvale dell’opera di alcuni educatori e anche di mediatori culturali Rom, in modo che gli stessi siano attori del progetto; infine sono previste alcune ore di docenza aggiuntiva dedicata a questi ragazzi.
Sono stati organizzati, nel corso dei cinque anni di lavoro, diverse occasioni di presentazione delle iniziative e attraverso degli eventi speciali (ad esempio la Festa della Mamma nel 2009), che hanno avvicinato i genitori rom e quelli italiani in un clima di amicizia e simpatia, vincendo il pregiudizio e la distanza che spesso li separano. Il progetto ha contribuito in modo essenziale non solo alla scolarizzazione di molti bambini rom a Roma, Milano e Napoli, ma anche all’integrazione degli stessi e delle loro famiglie all’interno del tessuto sociale della città. Oltre ai bambini e alle loro famiglie, nell’ambito del progetto, gli operatori hanno svolto un’opera di sensibilizzazione del personale scolastico, aiutando i dirigenti scolastici e gli insegnanti a mettere in atto strategie adatte a favorire l’integrazione scolastica.
A tale proposito è interessante sottolineare il fatto che i bambini rom coinvolti nel progetto hanno conseguito una media scolastica tra il 7 e l’8. Ai fini del raggiungimento degli obiettivi, sono state svolte principalmente le seguenti attività: monitoraggio bisettimanale della frequenza scolastica, colloqui mensili con gli insegnanti degli alunni, visite bisettimanali alle famiglie per venire a conoscenza di eventuali problemi, incontri mensili con gli assistenti sociali per un migliore coordinamento degli interventi, realizzazione di soggiorni estivi con una partecipazione trasversale di ragazzi rom e italiani.
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