La Cambogia è oggi uno dei soli 3 paesi asiatici a trovarsi nella lista dei paesi con il livello di sviluppo più basso. Concretamente nella vita degli abitanti questo si traduce in un minore tasso di istruzione, minore reddito e opportunità di lavoro e soprattutto in un difficoltoso accesso alle cure sanitarie, soprattutto per i soggetti più vulnerabili come donne e bambini. In Cambogia infatti, ancora oggi sono moltissime le donne che muoiono per cause legate alla gravidanza e al parto:(161 ogni 100.000 parti) e sono tantissimi i bambini che muoiono prima di raggiungere il primo anni di età: soprattutto se vivono in aree remote come quella di Mondulkiri. Il tasso di mortalità neonatale a Mondulkiri è di 72*1000 bambini nati vivi, quello di mortalità infantile sotto i 5 anni è di 80*1000 bambini nati vivi. Questa zona estremamente isolata nel nord est della Cambogia, è abitata dall’etnia dei Bunong: non parlano khmer e vivono in comunità tribali praticando l’animismo. Qui la maggior parte delle nascite avviene secondo pratiche tradizionali, senza assistenza medica (il 50% dei parti non avviene ad un centro di salute).
Le cause sono molte: scarsa consapevolezza che le donne hanno della propria salute e dei propri diritti (35% delle donne incinte non fa nessuna visita ante e post natale), la lontananza di ospedali e centri di salute( esistono solo 11 centri di salute per 100 villaggi), la scarsa preparazione del personale sanitario ma anche credenze tradizionali e abitudini scorrette, come il roasting. Questa pratica tradizionale, che ha lo scopo di scacciare gli spiriti maligni, impone alla madre e al bimbo di restare relegati nella capanna per 40 giorni, durante i quali, sotto il loro giaciglio, viene mantenuto costantemente acceso un braciere che crea un ambiente totalmente inadatto per un neonato. In alcuni casi invece sono proprio i mariti o le comunità di appartenenza che, non consapevoli dell’importanza delle cure prenatali e dell’assistenza durante il parto, impediscono alle donne di accedere alle strutture mediche. Inoltre servizio sanitario pubblico, gestito dalla Provincia, non fa abbastanza per aumentare le risorse che potrebbe ricevere dal Governo centrale, non c’è abbastanza coordinamento tra le autorità locali che potrebbero e dovrebbero in base alla legislazione vigente cooperare per massimizzare l’efficacia delle poche risorse disponibili. In aggiunta rimangono ancora strascichi della paura e diffidenza che le popolazioni delle minoranze etniche, in particolare i Bunong a Mondulkri provano nei confronti delle autorità ed anche i medici e gli infermieri vengono percepiti come autorità. Il sistema sanitario deve fare di più per far sentire le popolazioni Bunong a loro agio e cittadini dai pari diritti.
Per affrontare questi problemi e ridurre il tasso di mortalità infantile nella provincia nel 2015 è nato il progetto Equity. In 3 anni ha offerto assistenza a più di 1.300 donne in gravidanza e neo mamme e 5.000 bambini attraverso un servizio di clinica mobile che ha fornito visite mediche anche in zone particolarmente remote e un’azione di sensibilizzazione sulle donne in attesa, sui padri e sui capi villaggio. Dati questi risultati particolarmente incoraggianti, CIAI vuole replicare questo progetto, realizzando Equity 2.0, per poter raggiungere nuovi villaggi ancora più remoti e un numero maggiore di bambini.
Il progetto vuole contribuire a ridurre il tasso di mortalità infantile nella provincia di Mondulkiry:
1-Migliorando i servizi sanitari per mamme e bambini
Il progetto vuole riattivare il servizio di clinica mobile, ampliando il suo raggio di azione in altri 20 nuovi villaggi remoti che non sono mai stati raggiunti. La clinica mobile con i suoi medici e infermieri (staff del dipartimento della salute) e con l’ausilio dello team di progetto si reca nei diversi villaggi per un’intera giornata, controllando, con visite approfondite, lo stato di salute di ogni bambino e rilasciando un certificato medico personale che i genitori devono conservare. Nei tempi di attesa mamme e papà verranno informati e formati sulle precauzioni da attuare per la salute dei piccoli con particolare attenzione alla cura dell’igiene e al corretto modo di nutrirli.
In aggiunta durante le visite si raccoglieranno i dati sulla presenza o meno del certificato di nascita di ogni bambino e la sua registrazione all’anagrafe. Ai genitori che non hanno provveduto alla registrazione, verranno fornite tutte le informazioni necessarie e verrà loro spiegata l’importanza di questo gesto.
Indicatori: 700 bambini 0-5 anni visitati e curati; 600 bambini 6-12 anni visitati e curati; l’80% delle famiglie nei villaggi apprendono conoscenze di base su gravidanza e maternità sicura e pianificata e nutrizione adeguata valorizzando le risorse locali. Il 100% dei bambini visitati ha un certificato di nascita.
ATTIVITA’: attivazione del servizio di clinica mobile in 20 villaggi, campagna di sensibilizzazione e informazione su igiene di base, campagna informativa sulla registrazione alla nascita e iscrizione anagrafica, riunioni di coordinamento con le autorità locali e altre ONG
2- Facendo conoscere a tutte le donne di Mondulkiri la possibilità di accedere ai servizi per la salute materno infantile e l’importanza di farlo
Uno degli elementi fondamentali per ottenere un cambiamento positivo sulla salute dei bambini, è quello di rendere le mamme consapevoli degli strumenti a loro disposizione per tutelare la propria salute e quella dei propri bambini. Una volta che questa conoscenza sarà acquisita, le donne sapranno quali cure è necessario avere nel corso della gravidanza e dopo la nascita del proprio figlio e anche dove poterle ricevere. Saranno anche in grado di sensibilizzare e informare le loro amiche, vicine e famigliari. Per raggiungere questo scopo si lavorerà con delle figure molto importanti nei villaggi cambogiani; i volontari comunitari. In ogni villaggio sono presenti solitamente due Volontari (1 donna ed 1 uomo per favorire un dialogo aperto su tematiche quali maternità, gravidanza e pianificazione famigliare che vengono considerati molto sensibili).
Indicatori: Aumento del 20% delle donne che fanno almeno 4 visite prenatali nei villaggi interessati dal progetto
ATTIVITA: 2.1.Counseling di gruppo ed individuale rivolto alle donne; 2.2 Creazione Comitati di madri e follow up; 2.3 Formazione di nuovi Volontari Comunitari femminili
3- Responsabilizzando i padri sui bisogni delle loro partner e dei loro figli
Non solo le mamme ma anche i papà hanno un ruolo fondamentale nella tutela della salute dei bambini. Ruolo di cui spesso non sono consapevoli. Per questo il progetto vuole responsabilizzarli, in modo che permettano e aiutino le loro compagne ad usufruire dei servizi sanitari e che siano presenti e pro-attivi nelle loro case e comunità, durante la gravidanze e nei primi mesi di vita dei figli. Molto spesso infatti gli uomini Bunong partono per settimane durante la stagione di raccolto, lasciando in casa da sole le mogli ad occuparsi di tutto. Un altro particolare e importante problema da affrontare e quello dell’abuso di alcol, in particolari tra gli uomini anche se non esclusivamente. Anche in questo caso si lavorerà insieme ai Volontari Comunitari maschili per favorire sia lo scambio di gruppo per affrontare gli argomenti più delicati e per i quali la condivisione in gruppo diventa più difficile.
INDICATORI: 80% degli uomini seguiti danno la priorità alla cura della donna in gravidanza e del nascituro rispetto a conservazione dei ruoli tradizionali. Nel 60% dei casi seguiti si riscontra un maggiore equilibrio della distribuzione dei ruoli domestici tra uomini e donne.
ATTIVITA’: 3.1 Counseling di gruppo ed individuale rivolto agli uomini (counseling peer to peer); 3.2 Creazione Comitati di padri e follow up; 3.3 Formazione con strumenti esistenti dei nuovi Volontari Comunitari maschili
In Etiopia circa il 44% dei bambini etiopi soffre di malnutrizione cronica. Il progetto ha lo scopo di promuovere il diri...
EtiopiaGarantire il diritto all’educazione e alla corretta nutrizione per i bambini appartenenti alle minoranze etniche Kinh e ...
Vietnam (Son Dong)Sostenere i bambini e le famiglie con infezioni da virus HIV.
NamibiaFornire istruzione, nutrizione e accoglienza per preservare l'infanzia e garantire un futuro ai bambini di Haiti.
HaitiLa Fondazione Mediolanum Onlus nella propria qualità di titolare dei dati, fornisce la seguente Informativa.
I dati vengono raccolti direttamente presso il soggetto interessato (Enti accreditati, Associazioni, Onlus, Fondazioni, ecc.).
I dati forniti saranno trattati dalla Fondazione Mediolanum Onlus per valutare le richieste di contributi e di erogazioni con riferimento a progetti a favore dell’infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo.
Il trattamento dei dati avverrà mediante strumenti informatici e telematici, con logiche strettamente correlate con le finalità stesse e, comunque, in modo da garantire la sicurezza e la riservatezza dei dati stessi.
Il mancato conferimento ovvero il rifiuto a fornire il consenso al trattamento di alcuni dati comporta l’impossibilità da parte della Fondazione Mediolanum Onlus di valutare le richieste pervenute.
I dati personali potranno essere trattati/comunicati dai/ai soli incaricati al trattamento dei dati personali individuati dalla Fondazione Mediolanum Onlus.
Non è prevista alcuna forma di diffusione a soggetti indeterminati dei dati raccolti.
Gli artt. 7, 8, 9 e 10 del “Codice” disciplinano il “Diritto di accesso ai dati personali ed altri diritti”, l’”Esercizio dei diritti”, le “Modalità di esercizio” e il “Riscontro all’interessato” L’interessato ha quindi diritto di ottenere: l’indicazione dell’origine dei dati personali, delle finalità e modalità del trattamento, della logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici, estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell’art. 5, co. 2 del “Codice”, dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venire a conoscenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati;
L’interessato ha inoltre diritto di opporsi, in tutto o in parte: per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorchè pertinenti allo scopo della raccolta; al trattamento di dati personali che lo riguardano ai fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.
Titolare del trattamento dei dati è Fondazione Mediolanum Onlus – Via F. Sforza, Palazzo Meucci – Milano 3, 20080 Basiglio (MI);
Preso atto dell’informativa di cui sopra, acconsento espressamente al trattamento dei miei dati per la finalità di cui al punto 3).